Roma Forestiera

“Roma Forestiera” è una canzone romana che presenta molti elementi in comune con un altro brano già trattato in precedenza nel mio Diario di nome “Vecchia Roma” (LEGGI QUI). Entrambe le canzoni, infatti, sono state scritte nel 1947 ed entrambe sono in qualche modo divise tra passato e presente. Da una parte raccontano con gioia le antiche tradizioni di una città che non c’è più (CLICCA QUI PER IL VIDEO). Dall’altra esprimono un vero e proprio senso di spaesamento di fronte ad un mondo che sembra stare cambiando troppo in fretta.

TUTTA COLPA DELLA MUSICA?
Nel celebre ritornello di “Roma Forestiera” la voce narrante chiede ad una ragazza di nome Nannarella perché mai si sia innamorata de ‘sta musica americana. Questa è dunque una canzone che parla (anche) di musica. L’americanizzazione del mondo ha portato la fine della guerra ed il benessere, ma, al tempo stesso, rischia di spazzare via culture intere. Anche a Roma, in quegli anni, iniziavano a spopolare generi quali il ragtime, l’honky tonk ed il boogie-woogie. I nuovi ritmi concitati toglievano spazio al gusto della melodia romana, alle tarantelle e ai birindelli. Non a caso anche nella seconda strofa del brano gli autori Granozio e Libianchi si chiederanno, senza tanti giri di parole: a chi la famo ormai la serenata?

CAMBIA IL CANTO, CAMBIANO PERSINO I NOMI
Per capire la portata del timore di “Roma Forestiera” dobbiamo ricordare che, da sempre, nella capitale il popolo era abituato a comunicare cantando. Per secoli gli stornelli erano stati il dialogo del popolo, che ad un tratto inizia a non riconoscersi più nei nuovi usi e costumi che si stavano imponendo dopo la guerra. Nel 1947, per la prima volta, Roma inizia a perdere pezzi della sua storia e persino i nomi storici iniziano a perdere popolarità. Come ben detto proprio in “Roma Forestiera” fino a qualche tempo addietro le ragazze si chiamavano quasi tutte Nina: un chiaro omaggio ad un’altra delle canzoni romane più famose di sempre (CLICCA QUI). Di colpo invece il nome rischiava di sparire lasciando spazio ad un più internazionale Nelly.